Smart working e Benefit

Con l’arrivo della pandemia da Covid-19 sono sempre più i dipendenti che lavorano da remoto. Il rischio per l’azienda è quello di una possibile riduzione della produttività in termini quantitativi e qualitativi.

Come fare in modo che questo non accada? Quali vantaggi cercano i/le lavoratori/trici?

Dobbiamo intanto specificare che quello a cui abbiamo assistito durante la pandemia non può definirsi un vero e proprio Smart working bensì uno Smart working emergenziale, più precisamente un Home working o un Remote working.

Bisogna quindi ben comprendere cosa si intende per Smart working o Lavoro agile e i benefici che ne derivano se ben regolamentato. Il termine Smart working fa riferimento a tutte quelle forme di lavoro svolto fuori dall’azienda, quindi a casa o in qualsiasi altro luogo, tramite l’utilizzo delle nuove tecnologie e dei supporti informatici portatili. Tale strumento consente di avere maggiore flessibilità in termini organizzativi e allo stesso tempo maggiore produttività, promuove la conciliazione vita-lavoro e riduce l’assenteismo in azienda.

Sappiamo anche che accanto a questa flessibilità è necessario cambiare le modalità di gestione delle risorse umane passando dalla verifica delle persone sul posto di lavoro alla verifica dei risultati, posto che si lavori per progetti e su obiettivi condivisi. Detto questo, ci sembra importante sottolineare i benefici più graditi dai lavoratori in questo periodo emergenziale così come evidenziato nell’articolo https://www.issim.it/i-4-benefit-per-i-lavoratori-da-remoto/ pubblicato di recente dall’associazione Issim-Istituto per il servizio sociale nell’impresa:

  • Salute e Benessere: due fattori da sempre importanti. La pandemia ha però portato diversi cambiamenti per i/le lavoratori/trici di tutto il mondo; ecco che abbonamenti a palestre virtuali o per la consegna di cibo sano potrebbero aiutare i/le lavoratori/trici a radicarsi fisicamente e migliorare la salute mentale.
  • Riconoscimento. Non è facile evidenziare i risultati e gli sforzi dei dipendenti se ci si incontra sempre virtualmente. Esistono però diversi software di condivisione che permettono di creare canali o “stanze” virtuali per uno specifico scopo. Nello specifico per riconoscere a ciascun/a lavoratore/trice, che ha contribuito a far raggiungere all’azienda determinati risultati, i propri meriti.
  • Tecnologia. Non tutti i/le lavoratori/trici hanno nella propria abitazione uno spazio da dedicare al lavoro da remoto o strumenti tecnologici adeguati, ormai da tempo diventati essenziali per lo svolgimento dell’attività lavorativa. Uno stipendio tecnologico per aiutare ad allestire un ufficio domestico o per aiutare a finanziare un nuovo laptop, monitor per computer e molto altro, può fare in modo che i dipendenti si sentano a loro agio e supportati nei loro nuovi ambienti di lavoro.
  • Sviluppo professionale: tale strumento porta vantaggi ai dipendenti, che possono apprendere nuove competenze, ma allo stesso tempo i datori di lavoro avrebbero personale più qualificato in azienda. In tal senso si possono offrire ai dipendenti corsi di formazione online, partecipazione a webinar o conferenze virtuali, garantendo loro il tempo per parteciparvi e incoraggiandoli a continuare a sviluppare le proprie capacità professionali, per farli sentire più sicuri e realizzati.

E come questi, sono tanti i benefit previsti dai Piani di Welfare Aziendale che hanno come obiettivo il benessere dei dipendenti, l’ottimizzazione dei costi, l’aumento della produttività e l’efficienza, favorendo la conciliazione vita-lavoro, la valorizzazione del brand image e la reputation.

La scala dei bisogni rappresenta un concetto in continua evoluzione, per cui è necessario capire quali sono i reali bisogni dei lavoratori e quali si possono soddisfare con il Welfare aziendale.

Simona Forgione

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