Come migliorare la produttività e ridurre i costi
La domanda che sempre più imprese si pongono, alla luce dei nuovi scenari globali post crisi, è come migliorare la propria produttività e ridurre i costi. La risposta a questo interrogativo permetterebbe alle imprese di diventare più competitive e rendere il prodotto più alla portata dei clienti. Cosa fare, allora? Quali metodi utilizzare? Un piccolo ma prezioso suggerimento è quello di puntare sulle risorse umane.
Ridurre gli sprechi, ottimizzare la produzione, utilizzare la tecnologia più avanzata, informatizzare l’azienda per velocizzare i processi: tutto ciò è utile e valido, ma l’unico elemento che può davvero rendere questi cambiamenti efficaci è la capacità di chi lavora in azienda.
Le persone, infatti, se ben selezionate, formate, motivate ed inserite, sono in grado di adeguare il proprio lavoro e renderlo flessibile, di trovare valide soluzioni (anche piccole ma efficaci) agli ostacoli che quotidianamente possono presentarsi nello svolgimento delle loro mansioni, hanno la possibilità di cambiare prospettiva e metodi e, soprattutto, interagendo tra loro costituiscono equipe funzionali e funzionanti.
Già negli anni trenta il sociologo Elton Mayo e i suoi collaboratori scoprirono, attraverso il famoso esperimento della fabbrica di Hawthorne, l’importanza delle relazioni sociali nell’ambiente di lavoro e l’esistenza dei cosiddetti gruppi primari, che influenzano i singoli e la loro produttività in maniere spesso imprevedibili. I luoghi di lavoro, come e più di qualsiasi altro luogo di interazione, sono ambienti sociali, in cui le persone non sono motivate solo dal semplice interesse personale. Questo risulta evidente a tutti noi, specialmente se si pensa al tempo trascorso a svolgere la propria attività.
(per approfondire ttp://w3.ced.unicz.it/upload/denito/lettura_mayo.pdf)
Investire nelle capacità personali di ciascun lavoratore, non solo tecniche ma anche trasversali, permette di aprire spiragli per l’impresa su aree di innovatività e di espansione non esplorate prima, significa puntare sulla qualità e creare un’immagine aziendale positiva, da salvaguardare e valorizzare prima di tutto all’interno. Un lavoratore soddisfatto della propria attività e del proprio datore di lavoro, che riceve benefits non solo economici (ad esempio asili aziendali, un sistema di welfare aziendale personalizzato, la progettazione di spazi relax e fitness) è un lavoratore più produttivo in termini quantitativi e qualitativi ed è il primo cliente fidelizzato.
Esempi concreti di questa “filosofia”? La kraft ha al suo interno un’area relax e massaggi, ha istituito servizi di lavanderia, sartoria, farmacia, posta, bancomat, etc. E rivolge un’attenzione particolare alle lavoratrici in maternità. Risultati? Meno turnover, più continuità e conoscenza diretta del lavoro, meno assenteismo e più tempo risparmiato. Altri esempi? La sede di Only the brave e diesel a Breganze è stata realizzata per avere il minor impatto ambientale possibile (in termini di consumi, inquinamento e utilizzo di materiali) e prevede un ristorante aziendale, un asilo nido e una scuola per l’infanzia, palestre e campi sportivi ad uso dei dipendenti, vari servizi e tecnologia all’avanguardia. Convert italia, che si occupa di fotovoltaico, ha deciso di pagare l’imu ai propri dipendenti. Luxottica offre convenzioni in ambito sanitario e di assistenza. Sanpellegrino ha siglato con i propri dipendenti un accordo che prevede un forte investimento in formazione e sicurezza sul lavoro e un aumento di giorni per i congedi parentali.
L’elenco non finisce qui e la tendenza sembra essere quella dell’aumento di tali iniziative sia nelle grandi che nelle piccole imprese. Considerando, quindi, l’investimento in risorse umane diretto e indiretto, i ritorni per chi investe in questa direzione sono numerosi e i benefici altrettanto.
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