Interventi per la gestione dello stress da lavoro correlato
È in costante crescita il numero di persone colpite da problemi di stress sul luogo di lavoro, con conseguenze più o meno gravi sul piano fisico e psicosociale. Lo stress lavoro correlato è tra le cause più comuni di malattia e assenteismo dei lavoratori in tutta l’Unione Europea.
I fattori stressogeni riguardano sia il contenuto del lavoro sia il contesto in cui esso si svolge. Le aree di rischio stress lavoro correlato sono riscontrabili in varie dimensioni: precarietà, organizzazione e gestione del lavoro, ambiente e condizioni fisiche del lavoro, caratteristiche del compito lavorativo, carico e ritmo di lavoro, scadenze pressanti, orario di lavoro rigido, scarso equilibrio tra lavoro e vita privata, oltre a violenze e molestie di natura psicologica.
Lo stress sul lavoro può colpire chiunque, a qualsiasi livello, in aziende di qualsiasi dimensione. Esso influisce sulla salute e la sicurezza delle singole persone, delle imprese e delle economie. Già nel 2002, nell’UE a 15, è stato stimato un costo economico annuo legato allo stress pari a 20 miliardi di euro, in aumento incalzante nel corso degli anni.
Lo stress è, dunque, una caratteristica della vita, insidiosa ma gestibile attraverso misure adottabili dai datori di lavoro con la partecipazione e la collaborazione dei lavoratori e/o dei loro rappresentanti. Gli interventi di gestione dello stress su base individuale possono rivelarsi efficaci nella riduzione dei sintomi fisici e psicologici. Tuttavia, per ottenere un risultato a livello di organizzazione, occorrono interventi che affrontino le fonti di stress nell’ambiente di lavoro nel suo insieme (Platt, Pavis e Akram, 1999).
Le misure possibili per la gestione dello stress lavoro correlato rientrano nei seguenti ambiti:
Prevenzione primaria
- interventi di comunicazione e gestione per chiarire gli obiettivi aziendali, il compito, le competenze ed il ruolo di ciascun lavoratore e per migliorare l’organizzazione, i processi, l’ambiente e le condizioni di lavoro;
- percorsi di informazione e formazione dei dirigenti e dei lavoratori per migliorare la loro consapevolezza e la loro comprensione delle possibili cause dello stress, al fine di una più efficace gestione delle percezioni personali e delle reazioni ai fattori di stress e di adattamento al cambiamento.
Prevenzione secondaria rivolta alle reazioni allo stress
- gestione dello stile di vita e del work life balance (attenzione all’alimentazione, all’attività fisica e al sonno; salvaguardia dell’equilibrio fra lavoro e svago);
- possibilità di sfogo sul piano emotivo.
Prevenzione terziaria rivolta ai sintomi
- orientamento professionale;
- debriefing in caso di eventi traumatici;
- assistenza medica.
Coinvolgere il capitale umano e “parlare” di stress aiuta il management a trovare soluzioni personalizzate e contestualizzate ad ogni singola realtà, verso l’aumento del benessere collettivo e della produttività aziendale ed il rafforzamento della cultura organizzativa.
Tuttavia, le azioni presentate, se non correttamente gestite o se attuate in modo incompleto, possono contribuire ad intensificare lo stress, anziché a ridurlo. É bene, dunque, procedere ad interventi correttamente progettati e completi, da sottoporre successivamente a monitoraggio e valutazione.
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