E’ un concetto complesso, introdotto negli anni 60 del secolo scorso, che ha subito numerose trasformazioni nel tempo, perché comprende diverse sfaccettature e non può essere definito in maniera univoca. Semplificando, però, può essere ricondotto all’insieme delle percezioni soggettive che ogni individuo ha rispetto all’organizzazione a cui appartiene e che interagiscono tra loro per creare una dimensione immateriale e situazionale, una percezione condivisa di ciò che si “respira” collettivamente nell’organizzazione in generale o in parti di essa (specialmente quando è molto grande). Si crea attraverso le interazioni tra gli individui in risposta al contesto: le percezioni si diffondono attraverso le relazioni e perciò il clima è profondamente influenzato da e influenza il comportamento delle persone e ha effetti notevoli sul modo di operare delle organizzazioni.
Non si può dividere, nello studio del clima aziendale, l’aspetto individuale da quello globale, perché i risultati e le performance delle organizzazioni sono frutto dell’interazione tra le diverse componenti soggettive e oggettive dell’organizzazione.
Oggi esiste un largo accordo sul fatto che il clima sia una componente rilevante per il funzionamento delle organizzazioni, sia come risorsa, sia come vincolo. Quindi è molto importante l’indagine di clima in quanto “termometro” che permette di misurare una variabile centrale per la vita organizzativa, strettamente legata alla soddisfazione lavorativa e che prende in considerazione aspetti come: l’ambiente fisico, i rapporti con i colleghi e i superiori, l’appartenenza all’azienda, la comunicazione interna, la divisione dei compiti, la percezione dei ruoli, etc.
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