La formazione del personale, oggi più che mai, è al centro di tutte le sfide volte a riorganizzare, migliorare e sviluppare il capitale umano nel mondo delle organizzazioni aziendali sia pubbliche che private.
Formare le proprie risorse significa aggiornare le competenze aziendali in relazione alle novità normative o di mercato; si pensi ad esempio alle norme inerenti la sicurezza sui luoghi di lavoro, allo sviluppo delle energie alternative, all’invenzione di prodotti tecnologicamente avanzati che rendono obsoleto in un arco temporale limitato gli strumenti di prevenzione, i programmi gestionali, i prodotti ed i servizi offerti ed in alcuni casi estremi il core business aziendale; la conseguenza di un mancato aggiornamento sarebbe la perdita di competitività che a lungo termine causerebbe la cessazione dell’attività imprenditoriale.
Tantissimi sono i casi di aziende che a causa dell’introduzione di norme o prodotti innovativi, hanno subito profonde crisi; l’abilità di alcune di esse, nel vincere la crisi, è stata quella di riconvertirsi attraverso l’elaborazione sia di piani di formazione per il capitale umano, sia in investimenti materiali.
La formazione può essere utilizzata non solo per obiettivi di aggiornamento, riorganizzazione o riconversione aziendale ma, anche, come leva per le politiche meritocratiche, in un quadro più ampio di gestione e sviluppo delle risorse umane, attraverso mirati percorsi formativi che permettono di raggiungere, all’interno dell’organizzazione aziendale, ruoli, posizioni e retribuzioni di una certa importanza.
Perseguire quest’ultimo obiettivo ha l’effetto positivo di rendere l’azienda “appetibile” non solo per le risorse già presenti al proprio interno ma, anche, per quei talenti esterni che sono in cerca di lavoro e che mirano a candidarsi in queste organizzazioni aziendali ideali per uno sviluppo ed una crescita professionale; l’azienda, in questo modo, oltre a limitare fortemente il turnover di risorse valide, è circondata da talenti motivati e pronti per essere inseriti.
Alcuni imprenditori trascurano l’aspetto della formazione, perché, da un lato, ritengono che una risorsa che frequenta un corso di formazione sia in quel momento una risorsa improduttiva poiché non sta svolgendo le mansioni preposte; dall’altro, ritengono onerosi i piani di formazione.
Il ruolo del consulente aziendale è quello di affiancare l’imprenditore e dimostrargli l’importanza di investire sulla formazione in un’ottica futura, poiché quella produttività persa durante la formazione sarà recuperata nel corso degli anni con i relativi interessi. Occorre anche sfatare il tabù relativo ai costi formativi: oggi i piani di formazione, sia generici che specifici, possono essere erogati a costi ridotti e spesso anche a costo zero attraverso il corretto utilizzo degli accantonamenti, che le aziende effettuano obbligatoriamente ogni mese, attraverso il versamento dei contributi; si tratta di accantonamenti utili a finanziare dei fondi interprofessionali creati proprio per la formazione aziendale. In pratica l’imprenditore può formare le proprie risorse utilizzando del denaro già accantonato che, tra l’altro, andrebbe perso se non utilizzato entro un determinato limite temporale.
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